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martedì 9 giugno 2009

Fotografi nel web #86: Gianluigi Esposito (Gianes)

Pubblicato su Dentro al Replay il 09/06/2009




Gianluigi Esposito (Gianes): chi è?
"Io sono un clown, e faccio collezione di attimi". Questa massima di Heinrich Böll la adoro, e l'ho adottata perché sintetizza alla perfezione quello che cerco di fare in fotografia. Collezionare attimi è un concetto affascinante, ed è in realtà lo scopo ultimo di ogni fotografo che si approccia al mondo con i suoi occhi per raccogliere quello che vede. Più che un fotografo per professione o per passione, mi piace definirmi un fotografo per devozione. Credo di far parte quindi tendenzialmente della categoria dei fotografi "realisti", ossia di coloro che amano osservare e raccogliere. A differenza del "visionario" non amo preparare la scena o la situazione per poi rappresentarla in foto, anche se ammiro molto chi riesce a farlo nel migliore dei modi. Volendo estremizzare il concetto credo che l'arte e l'ingegno sono i primi ingredienti per un visionario, occhio e istinto compongono invece le foto di un realista.

Quando hai iniziato a fotografare?
Credo di fotografare da sempre, anche senza macchina fotografica. E credo che ognuno di noi inconsapevolmente lo faccia. Fortunato è chi prima o poi se ne accorge... La mia esperienza fotografica concreta invece è ben più breve, ho cominciato a maneggiare una vera macchina fotografica solo pochi anni fa, in occasione della nascita della mia prima figlia. La mia prima modella mi ha aiutato tantissimo a capire come trasformare le emozioni in immagini. E cosa c'è di meglio di un amore sviscerato per appassionarsi? Insieme a lei ho capito che “il bello”, da solo, non funziona e che l’occhio tende quasi a ripudiare tutto ciò che a lui appare ovvio e scontato. Ho capito che si poteva raccontare attraverso i particolari e che, per provare a farlo, dovevo prima imparare a leggere le emozioni nelle immagini degli altri.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Amo le street, consapevole di quanto sia difficile farlo in maniera originale e creativa. E’ un genere che ti lascia sempre un rammarico, dove la ricerca della perfezione assoluta è continua ma vana. L’altra grande passione della mia vita è la musica. Inevitabile quindi l’unione con la fotografia che mi sta dando davvero soddisfazione. Al momento è questa la strada che percorro maggiormente...

Hai fatto qualche corso di fotografia?
In fotografia sono autodidatta. Credo di aver imparato molto dal lavoro degli altri. Osservare e riflettere è stato per me molto formativo, e non ho mai disdegnato di chiedere critiche spietate e consigli direttamente agli autori che maggiormente stimo ogni volta che ne ho avuto la possibilità.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
HCB [Henry Cartier Bresson] su tutti. Per la sua capacità di raggiungere la perfezione che ho appena definito irrangiungibile. L’unico probabilmente ad essere contemporaneamente e completamente sia realista che visionario.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho sempre dato maggiore importanza all’occhio e al contesto, e per puro caso mi ritrovo legato ad un attrezzatura Canon. Attualmente per la maggior parte dei lavori, e soprattutto per le foto di scena, utilizzo un corpo Canon digitale e una lente 28-75 molto luminosa. Monto assai poco un tele 70-200.

Quali sono gli scatti ai quali sei particolarmente legato?


Questo scatto si chiama “Papà”, e rappresenta tutto quanto ho raccontato poco fa... E’ uno scatto che potrebbe sembrare costruito e che invece è stato istintivo. Una scena di vita quotidiana (la mia) raccolta per caso con l’occhio prima e con la macchina subito dopo. E’ un po’ il mio modo di dichiarare amore eterno ai miei figli.


“Musicienne” è una street che mi ha dato tanto. La dolcezza di questa ragazza che suona in strada ha colpito molti e mi ha dato l’opportunità di conoscere ed entrare in contatto con persone e fotografi che si sono rilevate poi amici preziosi per la mia crescita. Grazie a questa foto ho avuto momenti di confronto per me molto costruttivi. Musicienne rappresenta sicuramente il mio modo di vedere e raccontare i musicisti e gli artisti di strada. Il tema l’ho successivamente affrontato in questo breve audiovisivo:
http://www.youtube.com/watch?v=tJn_whFtxWc&fmt=18


Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Sicuramente continuare in musica e fotografia. La musica e la fotografia di scena è quella che mi offre maggiori stimoli, e spero, ancora opportunità. Vorrei prossimamente anche auto-produrre una serie di audio visivi dove a questi due ingredienti aggiungerei anche dei versi e quindi alcune parti recitate in prosa. Ma sono solo idee, tutto ancora molto fumoso, vedremo...

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Ho esposto in alcune collettive ed ho preparando recentemente la mia prima personale:
Mostra fotografica "Luci ed ombre, riflessi in musica ed emozioni"
Lampi e sguardi musicali raccolti al buio del palcoscenico.
Visioni live di Gianluigi Esposito

E’ un progetto composto da una serie di stampe in b/n dove il filo conduttore è la luce. Quella luce che disegna gli attimi musicali facendoli emergere dal buio in maniera nuda, cruda... essenziale. L’inaugurazione è stata a Roma, il 3 maggio, presso la Libreria Rinascita, Viale Agosta 36. Successivamente l’esposizione sarà spostata in altre location sempre su Roma.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Tutto il tempo che mi avanza e di più. Ma non è mai abbastanza.

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
In foto e audiovisivi su:
http://www.myspace.com/gianesma
http://www.youtube.com/GianesMa
altre foto gallery:
http://www.fotoarts.org/utente.php?id=100508

http://www.micromosso.com/galleria/profile.php?uid=623
http://www.usefilm.com/photographer.asp?ID=87246

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Credo che la facilità con cui oggi ci si avvicina a questo mondo va sfruttata fino in fondo ma, rimanere obiettivamente critici con le proprie cose e, nel contempo, acuti osservatori del lavoro degli altri deve essere la prima palestra.







Fotografie: © Gianluigi Esposito

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