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Informo che la pubblicazione di nuove interviste è al momento sospesa a causa del poco tempo a disposizione per seguire il blog come meriterebbe, mi dispiace...
Invito comunque gli utenti a navigare sulle pagine alla ricerca di interessanti interviste, ad esempio questa (postuma) a Mario Giacomelli.

Mi scuso per l'inconveniente con gli affezionati lettori e (spero) a presto!
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martedì 22 febbraio 2011

Fotografi nel web #147: Alessandra Tommei



Alessandra Tommei: chi è?
Sono nata a Bergamo nel 1967 ma vivo ormai da trent’anni nell’amata Liguria. Ho svolto diverse attività commerciali in passato, l’ultima un pub rumeria a Camogli che ho lasciato nel 2008 per dedicarmi completamente alla passione per la fotografia e trasformarla, finalmente, in una professione.

Quando hai iniziato a fotografare?
Ho iniziato nel 1986 con una Nikon F301 alla quale ero molto affezionata. All’epoca cercavo di emulare il fratello maggiore che si stava cimentando nella fotografia e il cugino Armando, conosciuto fotografo subacqueo di Genova. Nell’87 e 88 feci due reportage che ancora conservo con amore. Uno nella Savana del Kenya e uno a New York che furono pubblicati nella rivista genovese "Il Buongiorno" per la quale ho anche scritto qualche articolo. In seguito feci il grande errore di abbandonare la mia Nikon in un cassetto per dedicarmi ad altro. Errori di gioventù, li chiamo, per consolarmi. Ho ripreso in mano una fotocamera digitale solo tre anni fa e, come se il tempo non fosse mai passato, ho sentito battere forte il cuore. Me ne sono innamorata e non l’ho più lasciata.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Amo due generi diametralmente opposti: i ritratti e i paesaggi. Nei paesaggi, spesso, cerco la completa assenza di presenza umana che amo enfatizzare con tonalità di colore soft piuttosto scuro dove la luce possa risaltare in maniera dirompente rispetto alle ombre creando forti contrasti. Credo che il colore giochi un ruolo fondamentale in questo genere di fotografie ed è su questo che ho cercato di lavorare per avere una mia personale impronta. Anche nel ritratto prediligo il colore, le tonalità dell’incarnato che sembrano prendere vita da una fotografia sono ciò che più mi attrae. Risaltare la pelle utilizzando la luce, ricercare la massima definizione dei suoi dettagli ed esaltare l’armonia delle linee di un viso sono particolari a cui faccio spesso molta attenzione durante lo scatto.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Ho fatto un corso individuale tenuto dall’amico e abilissimo fotografo Talos Buccellati a Genova. Da Talos sento di avere ricevuto una sorta di imprinting che mi ha avvicinata al digitale in maniera completamente diversa e nuova rispetto all’analogico. La fotografia, in questo salto tecnologico, ha assunto per me un significato e ruolo molto lontano dalla fotografia tradizionale, dalla quale, volutamente, mi sono staccata in maniera netta.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Ho adorato a suo tempo le fotogafie di Robert Capa e, moltissimo, quelle di Doisneau ma ho assunto, col tempo un atteggiamento di rispettoso distacco dal quel genere. La fotografia che più mi fa emozionare oggi è quella che esce dagli obiettivi di Steve McCurry, James Natchwey, Anne Leibovitz, Jill Greenberg, Tim Tadder e potrei andare avanti per ore instancabilmente perché oggi i fotografi che sanno emozionare si moltiplicano di giorno in giorno.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
In passato ho avuto una Nikon F301, come ho già detto. Oggi sono passata a Canon, dapprima con una eos 50D, poi una 7D alla quale ho appena affiancato la nuovissima 60D come secondo corpo per i matrimoni. Ho diverse ottiche ma quella a cui sono più legata è il Sigma 24-70 e sto fremendo per l’arrivo imminente del nuovissimo 70–200 serie L II. Credo che mi darà molte soddisfazioni. Do ovviamente molta importanza alle ottiche e meno al corpo macchina e non ho mai pensato, fino ad oggi, di fare il passo sul full frame perché non ne sento ancora l’esigenza.

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legata?
Ce ne sono diversi a cui sono fortemente legata, alcuni in maniera quasi morbosa. Amo le mie fotografie e adoro guardarle spesso ma ogni scatto diventa "vecchio" in breve tempo per lasciare spazio all’esigenza di crearne di nuovi, alla continua ricerca di uno stile che ancora non sento di avere e che spero, in fondo, non trovare mai perché questo è lo stimolo che può tenere acceso il mio forte entusiasmo per la fotografia.

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Per il futuro ho intenzione di cimentarmi nel reportage. Un genere fotografico che fino ad oggi non mi ha entusiasmata troppo. Non nelle mie fotografie almeno. Ma da qualche tempo sento l’esigenza di riuscire a catturare gli istanti di vita prima che questi svaniscano per sempre. Una sfida più che altro perché il reportage impone un occhio vigile e attento, pronto a catturare attimi che in un secondo diventano storia passata. Mi sento pronta per affrontare questo genere fotografico oggi più che mai e chissà che non me ne innamori...




Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Dedico gran parte delle mie giornate. Non potrei fare diversamente. Da due anni a questa parte la fotografia fa parte del mio quotidiano.

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Beh... sicuramente il giorno di Natale 2009. Dopo il pranzo in famiglia ho pensato bene di sgranchirmi le gambe fotografando una meravigliosa mareggiata a Camogli, dove vivo. Presa com’ero dagli scatti non mi resi conto di essermi pericolosamente avvicinata troppo e un’enorme onda mi travolse trascinandomi per molti metri sulla spiaggia. Quel giorno buttai via un telefono cellulare, la mia canon 50D e... i legamenti del ginocchio destro! Ma la cosa che più mi colpì fu che mi ritrovai sulla spiaggia con le mani ben salde sulla mia macchina fotografica che non avevo appeso al collo. In quegli istanti probabilmente mi ero preoccupata di più di non perderla tra le onde piuttosto che di me stessa. Mi resi conto per la prima volta di quanto io sia innamorata della fotografia. :-)

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Quelli fatti negli anni '80 mi riempiono di soddisfazione perché mostrano già un’ottima propensione per la fotografia, benché io avessi solo 17/18 anni. Puliti, ben composti e curati. Quando li guardo mi rendo conto di aver sempre avuto questo amore per la fotografia e mi pento di non averlo assecondato.

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Buona parte sono sul mio account di Facebook, alcune su Flickr e su Micromosso e molte sul mio sito www.alessandratommei.it

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Quello della fotografia amatoriale è un ambiente sano e piacevole. Lo consiglio fortemente. Ma decidere di farne una professione puà portare a grosse delusioni. La concorrenza è enorme. Bisogna innanzitutto saper vendere se stessi e saper dividere la fotografia per passione dalla fotografia per professione. La seconda deve piacere agli altri! Ed è una cosa che molti professionisti non hanno compreso. E’ necessario che la propria abilità fotografica sia versatile e... commerciale!








Fotografie: © Alessandra Tommei

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringrazio con tutta me stessa mio padre e mio figlio che mi hanno incoraggiata e aiutata in questa nuova avventura credendoci forse anche più di me!


Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay

mercoledì 16 febbraio 2011

Fotografi nel web #146: Michele Rieri



Michele Rieri: chi è?
La prima domanda e già mi metti in difficoltà. Per risponderti prenderò spunto da un passaggio del celebre monologo tratto dal film The Big Kahuna: "Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita. Le persone più interessanti che conosco, a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita. I quarantenni più interessanti che conosco, ancora non lo sanno." Ecco, a 34 anni suonati Michele Rieri non sa ancora esattamente chi è. Di certo la macchina fotografica è una passione. Che possa procurarmi anche il tozzo di pane negli anni a venire, beh, questo staremo a vederlo.

Quando hai iniziato a fotografare?
Intorno ai 20 anni. Per gioco, direi. Il fascino dello scatto l'ho subito da sempre. Col tempo ho capito che non potevo resistergli e così ho deciso di abbandonarmici per vedere se, instaurando una relazione più seria, potevo tirare fuori qualche opera degna di tale attributo.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Ho un forte bagkground letterario e cinematografico. Vengo letteralmente rapito dagli scenari urbani delle grandi metropoli occidentali ed in special modo di quelle statunitensi. Le storie ambientate nella Grande Mela, a Los Angeles, Chicago, piuttosto che nelle strade e nelle periferie di Milano, Londra, Parigi, o nelle stazioni degli autobus, della metro, davanti ad insegne di hotels derelitti o dentro bettole frequentate da disperati e reietti, mi fanno salire i brividi lungo la schiena. E sono emozioni buone, intendo, non di ribrezzo o paura. Forse saranno banali, stereotipati. Forse rappresenteranno clichè oramai iper-inflazionati. Ma se potessi scegliere, dovendo vivere di fotografia, quali soggetti rappresentare e quali storie narrare, non avrei dubbi nel concentrarmi su reportages assemblati calandomi in pieno in quei contesti e in quei luoghi.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Assolutamente nessuno. In compenso, però, ho letto e assorbito quanto più ho potuto di tecnica fotografica e storia della Fotografia. Analizzando gli stili e gli scatti unici dei grandi Maestri del passato e contemporanei. E questo, credo, sia necessario e fondamentale, molto più di qualunque corso, per gettare le basi su cui costruire una propria Visione, artisticamente valida, della realtà che andremo a manipolare per partorire le nostre scene.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Tanti per poterli elencare qui. Mi limito a citare quelli che, per ragioni diverse, mi hanno trasmesso l'amore per la Fotografia e me ne hanno fatto intravedere il significato recondito e sublime. La capacità di narrare storie e quella di esprimere le sensazioni più profonde e poetiche del nostro Io: Dennis Stock, Elliott Erwitt, Bruce Davidson, Mario Giacomelli.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho cominciato con una vecchia Mamiya analogica, prendendola in prestito da mio padre e spesso utilizzandola a sua insaputa. E credo di aver rischiato parecchio, tenendo conto di quanto fosse geloso del suo strumento il mio vecchio... :-) Oggi utilizzo una Pentax K10d, digitale ovviamente, con un corredo di ottiche che mi consente di coprire le varie focali e mi da modo, così, di poter affrontare le necessità dei miei stati d'animo allorchè decido di cominciare un nuovo progetto o semplicemente, di provare a produrre qualche foto efficace.

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
E' una delle mie poche immagini che ho stampato in formato poster e appeso su un muro come uno scatto d'autore.


L'ho catturata dentro il Fallon Pub di Dublino. Non uno dei pubs traboccanti di turisti che affollano la zona di Temple Bar, ma un locale in un angolo più periferico e marginale della città. Uno di quelli dove l'atmosfera tipica del vero pub irlandese si è conservata intatta e sa regalare ancora un miscuglio di sensazioni che viene difficile da spiegare a parole se non ce le hai dentro in maniera automatica, naturale. Starsene a un tavolo con la pinta di Guinness e quasi avvertire, lì tutt'intorno, i fantasmi di Joyce e Brendan Behan che, semplicemente osservandoti, ti riconoscono subito come un loro "fratello".

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Ho concluso da poco un lavoro dal titolo DUMP a cui sono particolarmente legato poichè ritengo possa rappresentare la summa del mio pensiero rispetto all'attuale situazione socio-politico-culturale del nostro paese. Volevo fotografare, anche in termini metaforici, l'involuzione inarrestabile che sta attraversando l'Italia sotto il profilo suddetto e provare a generare negli osservatori quella presa di coscienza necessaria per poter venir fuori dalla "monnezza", materiale e morale, che ci sta seppellendo. Quanto al futuro, in virtù del mio essere un viaggiatore (e non un vacanziere) incallito fino al midollo, continuo a lavorare al progetto EUnited - Scenes from the street of the European Union, un reportage in progress continuo dalle strade e dalle città dei paesi membri dell'Unione Europea per provare a tracciarne, all'interno di un calderone in cui si muovono caratteri nazionali evidentemente diversi, un'identità comunque uniforme e che risulti comune ai popoli del continente più "anziano".

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
Affermativo. Un'esperienza che ricordo con estremo piacere è stata quella del FACEFESTIVAL, evento dedicato a molteplici forme di espressione artistica organizzato nella mia città e a cui ho preso parte con diversi miei scatti nel 2008 e 2009.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Ad esser sinceri non credo molto ai concorsi, a meno che non si tratti dei mostri sacri del genere (vedi il National Geographic o giù di lì). Per cui no, nessun riconoscimento finora, anche perchè non ho mai ritenuto vitale parteciparvi. Quanto alle pubblicazioni, invece, ho avuto anch'io i miei, chiamiamoli così, momenti di gloria (giusto per fare un po' di autoironia che a prendersi troppo sul serio si diventa antipatici e si perde di vista l'orizzonte reale delle cose) grazie alle pagine di riviste specializzate attive sul web (Posi+tive Magazine, Frattura Scomposta, FWA Photo, Deleted Images, Phirebrush, True Eye).

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
In realtà tendo a vedere il rapporto in una direzione opposta. Mi piace pensare che sia la Fotografia a dedicare del tempo a me. Come un'amante. Quella perfetta. Pronta a soddisfare il desiderio o l'urgenza del click ogni qualvolta si manifesta. E per quanto mi attiene, la cosa è abbastanza incostante. Voglio dire, posso avvertire il bisogno di Fotografia ogni giorno durante la settimana o anche soltanto una o due volte al mese. E Lei mi accontenta. Tutte le volte. Senza mai rinfacciarmi o rivendicare nulla. Cos'altro puoi chiedere a una relazione? :-)

Raccontaci qualche episodio curioso o simpatico legati alla tua esperienza.
Ce ne sarebbero un paio, in effetti :-) Di getto mi vien da pensare a quella volta che ad Amsterdam, nel cuore del Red Light District, una squillo in vetrina si incavolò di brutto quando si accorse che il mio obiettivo era puntato diritto proprio contro di lei. Feci fatica a convincerla che si sbagliava e che avevo evitato di immortalarla (in verità conservo diversi suoi scatti nel mio archivio...). Ebbi paura che potesse mandare a chiamare qualcuno, tipo il suo protettore o gente del genere. In qualche modo me la cavai e riportai sane e salve la pelle e la Pentax nuovamente giù a Reggio. Un'altra volta mi trovavo in compagnia di un carissimo amico e "collega" a catturare immagini tra la stazione ferroviaria e l'imbarcadero di Villa San Giovanni (le 2 strutture sono di fatto un tuttuno). Il personale dei traghetti si accorse di noi e pensò che potessimo risultare impegnati a pianificare, chissà, un clamoroso attentato in pieno stile torri gemelle. Fu complicato spiegare alla Polfer, nel frattempo avvertita di quanto stava accadendo, che quei 2 poveri mentecatti (noi) stavano solo sfruttando del tempo libero per dare sfogo alla più sana delle passioni.

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Che il sottoscritto non ha talento. Altrimenti, già agli albori del suo percorso, avrebbe prodotto capolavori. E questo non è avvenuto. Fino a prova contraria. Per cui, come si usa affermare in situazioni del genere, testa china e pedalare. Che il percorso è sempre lunghissimo e da migliorare c'e' ancora troppo.

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Intanto, sul mio website, all'indirizzo www.michelerieri.net
E poi, è un classico, su Flickr. Altre tracce del mio lavoro, poi, sono sparse qua e là su fotocommunities e siti specializzati, ma il grosso di quanto ho prodotto è visibile agli indirizzi prima citati.

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Non mi sento di dare consigli. E già difficile riuscire a filtrare quelli che altri regalano a me. Uno tra i più grandi jazzisti di sempre, Thelonius Monk, aveva una filosofia molto semplice ma illuminante, la cui sostanza era, in sintesi, questa: "amico, non suonare quello che vuole il pubblico. Suona soltanto quello che piace a te e lascia che il pubblico cominci a seguirti". E' l'unico suggerimento che ho fatto davvero mio e che vorrei condividere con ogni neofita, dato che può essere esteso a qualsiasi forma di espressione artistica.








Fotografie: © Michele Rieri

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Come potrei risponderti no? Mi sembra il minimo, prima di tutto, ringraziare te, Libero, per lo spazio che mi hai gentilmente concesso. La tua è un'iniziativa meritevole di tutta la stima e l'attenzione possibili, dato che dai modo a chi vive questa passione di farsi conoscere aldilà delle foto postate su MicroMosso o altre vetrine virtuali. E dato che permetti, oltretutto, di far venire alla luce universi interiori davvero interessantissimi.
E poi sento il bisogno di ringraziare Dio o chi per lui. Per la curiosità e la continua voglia di Conoscenza che mi ha donato. E per l'infinito amore per Arte e Bellezza che ha insinuato nella mia anima.


Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay

mercoledì 9 febbraio 2011

Fotografi nel web #145: Mattia Valerio



Mattia Valerio: chi è?
Beh, nella vita gestisco una società di consulenza, per questo direi che posso definirmi un Fotografo per passione, uno che guarda attraverso il mirino anche quando non ha la macchina fotografica con sé... anche se tramite pubblicazioni e lavori per alcuni clienti mi è capitato di trarre profitto dalla mia passione.

Quando hai iniziato a fotografare?
In verità ho sempre fotografato ma sono consapevole di ciò che faccio solo da qualche anno, da quando cioè mi sono interessato alla tecnica, al miglioramento dell’immagine e del risultato finale, processo che parte dalla testa ben prima di prendere in mano l’obiettivo, inoltre mi sono sempre occupato di postproduzione, che principalmente è il motivo che mi ha spinto a fotografare.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Sicuramente la Fotografia naturalistica in generale rappresenta la gran parte dei miei scatti, in particolare il mondo macro ed i suoi dettagli, ma ciò che mi appassiona maggiormente è la ricerca e la sperimentazione fotografica quindi il paesaggio, i ritratti e qualsiasi cosa attiri la mia attenzione.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Sicuramente fonte di ispirazioni sono molti dei fotografi che lavorano per il più famoso magazine del mondo, sono proprio fuoriclasse del calibro di Steve McCurry e Paul Nicklen che mi hanno avvicinato alla fotografia, ma attualmente attraverso il web 2.0 attingo informazioni in silenzio praticamente da chiunque mostri i risultati dei proprio sforzi tra le pagine virtuali...

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Ho iniziato con delle compatte, trovate per casa in realtà, poi sono passato alla reflex analogica in prestito del nonno (appassionato di fotografia dagli anni 50), ma è durato poco, infatti una volta scoperto il mondo degli obiettivi ho deciso di comprare una Nikon che utilizzo e possiedo attualmente; il parco ottiche è il frutto di un’attenta scelta, possiedo un grandangolare (14-24 F2.8) che utilizzo in genere in modo un po’ anomalo, infatti i soggetti sono sempre molto ravvicinati, un 50mm F1.4, un 105mm F2.8 che è per me la lente più utilizzata ed un 70-300mm, in futuro intendo prendere un 85 F/1.4 e poi forse il 400mm F2.8.

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?
Sicuramente questo:


Fa parte di una serie che, tornando al discorso della sperimentazione, ha rappresentato un’inizio per me ed inoltre è stata acquistata dal A.C.T (American Conservatory Theater) di San Francisco per diventare parte di un manifesto pubblicitario per uno spettacolo che inizierà tra qualche mese... ecco il risultato:


Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Attualmente sto lavorando con un amico Naturalista alla creazione di un Sitoweb Wildlife condiviso con lui per mostrare i nostri scatti e dargli uno stampo scientifico oltre che di sola fotografia... inoltre ho in mente di trascorrere un paio di mesi (forse nell’estate 2011) all’estero per inaugurare una serie di viaggi fotografici.

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Ho partecipato a qualche concorso online (soprattutto quelli molto in voga ultimamente sul portale Flickr) vincendone alcuni.



Questo scatto è stato pubblicato nel mese di dicembre 2010 dalla rivista FotoCult; mi hanno anche comunicato che sarebbero interessati ad altri scatti della mia gallery per un futuro articolo sul genere macro.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Sono letteralmente rapito dalla fotografia, questo implica il fatto che seppur qualche volta non ho la macchina fotografica con me guardo e immagino il mondo come una foto in movimento, vi dedico quindi tutto il giorno e mi capita spessissimo di prendere la macchina in mano anche solo per il gusto di farlo...

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Un episodio sicuramente simpatico si è verificato qualche mese fa, mi trovavo per puro caso con la macchina fotografica in mano in una Piazzetta della cittadina in cui abito ed ho visto una folla accalcarsi presso il monumento contemporaneo al centro, mi sono avvicinato incuriosito dagli applausi ed ho notato un politico (Alessandra Mussolini) parlare d’ambiente, così scatto qualche foto, in maggioranza alla folla dato che non avevo alcun interesse per colei che intratteneva le folle e poi mi sono nuovamente avviato verso la mia auto, posteggiata poco più avanti, quando d’improvviso sento chiamare: Fotografo! Fotografo si femi!! Comprendo che si tratta di un poliziotto e nella mia testa iniziano a frullare cento pensieri, forse non potevo far foto, vuoi veder che mi prende la SD card?... mi raggiunge e mi ferma mettendomi una mano sulla spalla, io mi volto con la miglior faccia di bronzo di cui disponevo e lui con aria seriosa mi fa: ci sono foto che mi riprendono con la Mussolini? Controllo al volo e ne vedo un paio... si credo di si, e lui: ah, puoi mandarmele a questo indirizzo che vorrei pubblicarle sulla gazzetta del poliziotto di quartiere!

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Penso a come si è insidiata la fotografia in me, l’evoluzione che c’è stata ma soprattutto ai primi tempi, di quando scattavo di meno ma elaboravo le foto altrui per iniziare a prendere contatto con questo mondo... poi le paragono con quelle di oggi e vedo cosa sto diventando e verso dove mi sto dirigendo...

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Principalmente su Flickr e su alcuni forum del settore Naturalistico e non... poi come anticipato sto lavorando al completamento del Sito ma è possibile trovare alcuni scatti anche tramite agenzie di Microstock come Alamy.

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Certamente mi viene in mente il consiglio di leggere molto, creare le proprie basi tecniche attraverso il confronto, la lettura di buoni libri e partecipare a corsi solo se sono di buon livello, poi cercare in se stessi il proprio "io" fotografico, il proprio stile e dettare le basi per migliorarsi sempre; penso che l’avvento del digitale e la moltitudine di persone che si stanno avvicinando per questo al mondo della fotografia non può che rappresentare un bene, un ulteriore confronto, credo che proprio grazie a questo ci si possa evolvere.








Fotografie: © Mattia Valerio

Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringrazio tutti coloro che hanno visto e continueranno a guardare le mie fotografie, poi ringrazio tutti coloro che con i proprio scatti mi daranno nuovi stimoli e nuove idee per il futuro.


Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay