Comunicazione di servizio: il blog non è più attivo né aggiornato dall'11 aprile 2013

Informo che la pubblicazione di nuove interviste è al momento sospesa a causa del poco tempo a disposizione per seguire il blog come meriterebbe, mi dispiace...
Invito comunque gli utenti a navigare sulle pagine alla ricerca di interessanti interviste, ad esempio questa (postuma) a Mario Giacomelli.

Mi scuso per l'inconveniente con gli affezionati lettori e (spero) a presto!
Ricerca personalizzata

venerdì 17 giugno 2011

Fotografi nel web #153: Kristina Gi



Kristina Gi: chi è?
In questa presentazione voglio parlare di me in terza persona, come se lo facesse un presentatore in un programma televisivo o un amico durante una chiacchierata con dei conoscenti: Kristina Gi è una studentessa universitaria di Torino, da poco laureata presso l'università di Psicologia di Torino e che continua i suoi studi specialistici nella medesima facoltà. Kristina ha una passione per la fotografia che nutre fin da quando era bambina e questa stessa passione è stata tramandata dalla mamma, la quale l'ha sempre instradata (nonchè immortalata) verso questo bellissimo hobby. E' una fotografa per passione e non per lavoro... sono due cose diverse. La passione ti fa crescere, ti ispira, nutre ogni tua idea mentre il lavoro spesso può stancarti, stufarti e farti prendere l'euforia iniziale che contraddistingueva ogni tua attività. Il vero nome è Cristina, con la "C", ma lei stessa ha sempre pensato che la "K" potesse dare un tono più artistico, estroso se vogliamo, al nome stesso; "Gi" invece riprende le prime due iniziale del suo cognome.

Quando hai iniziato a fotografare? Hai fatto qualche corso di fotografia?
La mia passione per la fotografia è stata da sempre presente; ricordo nelle gite scolastiche gli innumerevoli scatti a paesaggi o compagni di scuola e, fortunatamente, la maggior parte erano un vero successo. Posso dire però di aver iniziato a scattare "professionalemente" all'incirca da 2 annetti. Ho seguito un corso prima... e tanta esperienza personale poi... non si diventa dei bravi fotografi dell'oggi al domani. Per crescere professionalmente bisogna provare, sbagliare, correggersi ed autocriticarsi.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Come generi prediligo tutto ciò che è glamour, la foto di moda mi piace parecchio così come i ritratti che sono un mio chiodo fisso. Ultimamente, dopo tanti scatti e shooting vari con modelle, mi sto dando ai landscape, (non solo della mia bella Torino...), ed alla fotografia macro.

Quali sono i fotografi del passato e del presente che più apprezzi?
Per quanto riguarda i fotografi del passato sicuramente Helmut Newton, un genio dal quale prendere esempio. Come fotografi del presente, invece, ho una particolare predilezione per Oliviero Toscani, amo la sua creatività ed il saper rendere unico ed inimitabile ogni scatto, davvero sensazionale.

Che attrezzatura fotografica hai usato nel passato, e quale stai attualmente utilizzando?
Attualmente sto usando una Canon EOS 500D, una macchina fotografica molto semplice ma che dà grandi soddisfazioni. In passato usavo spesso le macchine fotografiche usa e getta... ero ancora piccola e prediligevo la comodità (qualora l'avessi persa, non era cosa grave...). A volte però, uso ancora la vecchia Yashica di mia mamma... il fascino della pellicola è unico!!

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legata?
Sono sempre molto critica con me stessa (e non solo fotograficamente parlando...); tra gli scatti che prediligo ci sono vari landscape che si possono trovare nella homepage del mio sito (www.kristinagi.com) e poi diverse foto a modelle che hanno posato per me.

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Attualmente ho in cantiere l'ampliamento delle mie esperienze professionali, così come quello delle conoscenze, laurearmi nella specialistica scelta e cercare di godermi ogni attimo, senza precludermi opportunità.

Hai mai esposto le tue immagini in mostre fotografiche personali o collettive?
No, non ho mai esposto ma penso che in un futuro lo farò!

Hai mai avuto riconoscimenti in concorsi fotografici o pubblicazioni delle tue foto su libri o riviste?
Mi è stata fatta un'altra bellissima intervista per un sito della mia città, Torino: IloveTurin

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Cerco di dedicare alla fotografia il giusto tempo; gli impegni quotidiani sono sempre tanti e costanti ma non appena ho un attimo di tempo o sono tranquilla con gli esami universitari, ogni occasione è buona per scattare.

Quando rivedi i tuoi vecchi scatti cosa pensi?
Li guardo e capisco che l'esperienza ed il tempo aiutano a maturare, a crescere!!

Dove sono pubblicate, sul web, le tue foto?
Il mio sito internet è: www.kristinagi.com, lì si possono trovare informazioni su di me, le mie esperienze professionali costantemente aggiornate ed una sezione blog "RaccontandoSI" dai contenuti polivalenti.

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Più che pensiero, vorrei dare un consiglio... Con l'avvento delle digitali tutti si pensano fotografi ma, come ho già precedentemente detto, non si diventa fotografi dall'oggi al domani. Un bravo maestro che dia dei saggi consigli è essenziale per maturare professionalmente.








Fotografie: © Kristina Gi


Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Saluto tutte le persone che credono in me, che mi supportano e sostengono... in primis la mia mamma.
Buona vita a tutti...

Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay

mercoledì 1 giugno 2011

Fotografi nel web #152: Giuseppe Maiorana



Giuseppe Maiorana: chi è?
Sono uno spirito libero, con un bisogno incontrollabile di emozionarmi, con un'adrenalina creativa che mi sollecita perennemente. Per saziare questa esigenza primaria ho trovato energia nella musica (suono e compongo), nella pittura (ho realizzato diverse mostre personali e illustrazioni per libri), e nella fotografia. Sono laureato in economia e ho un master in banking and finance, ma quello è solo il Giuseppe serio e forse un po’ borioso, ma qui parliamo di "maio", quello che sta attento ad ogni particolare, ogni gesto ogni suono, lo carpisce e ne fa tesoro, quello più vero, quello che ha scelto la fotografia come meditazione. Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che mi hanno trasmesso la passione ed il desiderio di conoscere il mondo, e la sensibilità di leggerne i preziosi messaggi. Rimasi affascinato quando a 9 anni mio padre mi mostrò, con un proiettore video8, i suoi filmini della Polinesia, della Cina del Giappone degli anni '50. Mia madre nata in Polonia mi ha invece trasmesso l’importanza di conoscere le lingue così ho imparato l’inglese, il francese, il polacco e lo spagnolo, cosa che oltre al mio lavoro mi ha agevolato nei miei giri intorno al mondo. Quando scatto una foto lo faccio per me, per appagare il mio bisogno creativo e per il desiderio di comunicare, di condividere con chi è disponibile ed ha la sensibilità per condividere non solo un’immagine ma un’emozione, ed è questo il mio intento al di là del mero fatto estetico.

Quale genere ti piace maggiormente fotografare?
Non faccio il fotografo di mestiere, viaggio per sentire, per scoprire e affascinarmi di persone, luoghi e situazioni lontane dalla mia vita quotidiana. Da piccino ho girato in lungo ed in largo l’Europa, con la sua storia, i suoi musei (ho visitato decine di volte il Louvre ed ho ammirato gli impressionisti prima a Jeu de Paume e poi al Musée d'Orsay), le sue cattedrali, ho vissuto e lavorato a Londra. Adesso cerco quello che rimane della natura, della spontaneità della gente non ancora "totalmente" appiattita e conformata dal consumismo, dunque le mie mete favorite sono l’Africa dal Kenia in giù, (sono stato in Kenia, Tanzania, Botswana, Zambia, Namibia, Sud africa, Madagascar), America del sud e Asia, posti dove allontanandosi dalle città occidentalizzate riesci ancora a trovare, se hai gli occhi per farlo, impronte del passato. Mi piace fotografare la gente, carpire sguardi, gesti, che comunicano stati d’animo, situazioni, descrivono vite, relazioni, amicizie. Mi piace fotografare gli animali africani, respirando l’odore aspro, acre e primordiale della savana africana, immaginando che la terra sin dal suo nascere sia stata sempre così.

Quando hai iniziato a fotografare? Che attrezzatura fotografica hai utilizzato nel passato e quale stai attualmente utilizzando?
Con la fotografia non è stato amore a prima vista, il mio primo amore è stata la pittura, e conservo ancora oggi l’imprinting della composizione dell’immagine da pittore. Le prime foto che mi hanno colpito ed emozionato nell’età adolescenziale furono due scatti di Doisneau, che comprai alla Banque de l’Image a Parigi e raffiguravano "il bacio a l’Hotel de Ville (Parigi)", l’uno e l’altro alunni di una scuola elementare seduti dietro i banchi intenti a risolvere un compito; mi colpì principalmente il modo con cui l’artista aveva carpito l’espressione sognante di un alunno, un modo che a tutt’oggi riguardandola mi fa venire i brividi. Mi regalarono una Minolta, cominciai a sviluppare in camera oscura con un amico che aveva il fratello fotografo, poi 10 anni fa comperai la prima Canon digitale e tradii pellicola e diapositive. Oggi fotografo con 5D e 1D mark IV, la prima più docile per i ritratti ambientati e la seconda regina della raffica per la foto naturalistica.

Hai fatto qualche corso di fotografia?
Mai, sono un completo autodidatta, ma studio le foto che mi colpiscono, prendo spunto e imparo.

Quali sono i fotografi del passato o del presente che più apprezzi?
Davvero tanti, tutti quelli che riescono a trasmettermi un messaggio da ricordare. Amo, come già accennato, Doisneau, come Willy Ronis poeta dell’immagine capace di dipingere con la luce, mi viene in mente la foto di Vincent, un bimbo che scrive e riscrive il suo nome sulla lavagna, o il bimbo che corre con la baguette sotto il braccio, ma anche i ritratti di donna di Lartigue o il più grande di tutti i tempi, Cartier Bresson.

Qual è lo scatto al quale sei particolarmente legato?


L’ho chiamata "quieres jugar?" e raffigura un bimbo dell’etnia quechua fotografato sulla cordigliera andina dell’Equador qualche anno fa, giocava con un copertone ed uno stecco, come i nostri bimbi italiani dei primi 900; mi ha visto, si è fermato e mi ha chiesto in spagnolo se desideravo giocare con lui, non dimentico gli occhi vivi, positivi e lo sguardo fiero, ovviamente dissi di si.

Quanto tempo dedichi alla fotografia?
Mai abbastanza, purtroppo la giornata ha soltanto 24 ore da ripartire tra troppe cose, ma il pensiero al "prossimo scatto" ce l’ho sempre, anche quando lascio la macchina fotografica troppi giorni attaccata al chiodo, prima di addormentarmi dopo una giornata di lavoro elaboro e immagino i luoghi della prossima visita, la gente, i gesti, e programmo mentalmente le mie girate.

Quali sono i tuoi progetti attuali e quali quelli per il futuro?
Vedere il più possibile del mondo alla ricerca di quei momenti di felicità assoluta per i quali vale la pena di vivere la vita.

Dove sono pubblicate sul web le tue foto?
MicroMosso, Cfaltissimo, 1x.

Raccontaci un episodio curioso o simpatico legato alla tua esperienza.
Beh! Non proprio curioso o simpatico, ma sicuramente un’esperienza forte. Ero in Tanzania, riserva Serengeti vicino a Maasai Kopie con quattro amici appassionati di natura di cui uno, Guido Bissattini, fotografo naturalista di mestiere; abbiamo notato disteso sotto un’acacia in agonia un leone intrappolato ad un cappio armato da bracconieri, con il collo ormai quasi senza criniera e la carne in vista aggredita dalle mosche fameliche. Ci siamo adoperati per contattatare i rangers del parco ed i veterinari, che con una professionalità da elogiare hanno sedato e curato l’animale, disperdendo gli altri leoni del branco che ostacolavano l’avvicinamento. Grati della segnalazione ci hanno permesso di scendere dalla jeep e documentare l’intervento. La cosa che ricordo meglio è il momento del risveglio, quando gli occhi si sono aperti di scatto, eravamo molto vicini e benché il leone fosse ancora sedato e impossibilitato a muovere un muscolo facemmo tutti un salto all’indietro terrorizzati.

Quando vedi i tuoi vecchi scatti che cosa pensi?
Inevitabilmente rivivo i momenti passati e ripenso alle persone che erano con me ed alle situazioni vissute.

Un pensiero a chi si avvicina ora al mondo della fotografia.
Imparare la tecnica, perché non puoi scrivere un libro senza conoscere la grammatica, conoscere lo strumento che utilizzi per cercare di adoperarlo al meglio, sapere cosa si sta fotografando e non fotografare a caso, per rendere leggibile agli altri il messaggio, guardare e imparare dalle foto che ti colpiscono, accettare e valutare le critiche e poi, fondamentalmente, scattare col cuore.








Fotografie: © Giuseppe Maiorana


Vuoi concludere con un saluto o un ringraziamento?
Ringrazio Libero Api per la gradita opportunità di questo spazio per parlare un po' di me.


Le interviste ai "Fotografi nel Web" sono una rubrica del blog: Dentro al Replay